Clinica Parioli
Poliambulatorio Polaris
Clinica Parioli
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Poliambulatorio Polaris
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I tumori vertebro-midollari comprendono neoplasie di varia origine (vertebrale, discale, fibro-cartilaginea, legamentosa e nervosa) ma che si sviluppano all’interno del canale vertebrale  esercitando una compressione sulle strutture nervose. La sintomatologia è caratterizzata inizialmente da dolore, spesso il solo sintomo al momento della diagnosi (per infiltrazione dell’osso con distensione del periostio, per compressione di strutture nervose, per instabilità vertebrale), che si accompagna successivamente a deficit neurologici di tipo radicolare e midollare.
La RMN con gadolinio rappresenta l’esame di scelta permettendo di individuare la lesione delimitandone l’estensione, la sede e fornendo informazione circa le sue caratteristiche  (solida, cistica, calcifica, vascolarizzata ecc.).

I tumori vertebro-midollari possono essere classificati, in base ai loro rapporti con le strutture anatomiche, in: extradurali, intradurali, extramidollari, intramidollari. Il primo gruppo comprende tumori ossei maligni, benigni e metastasi. I primi sono alquanto rari (4-13%) e fra questi il più frequente è il plasmocitoma.

Il Mieloma-Plasmocitoma è una neoplasia linfocitaria a partenza plasmacellulare che può presentarsi senza interessamento del midollo osseo (Plasmocitoma solitario) o in forma sistemica con interessamento del midollo osseo (Mieloma Multiplo). Frequentemente il primo sintomo è una compressione midollare.

Altre neoplasie primitive maligne del rachide sono gli osteosarcomi, i condrosarcomi, i fibrosarcomi, gli angiosarcomi ed i cordomi. Il gruppo delle neoplasie benigne del rachide comprende gli emangiomi, gli osteocondromi, gli osteomi osteoidi, le cisti ossee aneurismatiche ed i tumori giganto-cellulari.

METASTASI- La colonna è la parte ossea più frequentemente interessata dalle lesioni metastatiche indipendentemente dal tipo di tumore primitivo e la prima parte interessata è il corpo vertebrale (deve però essere distrutto il 30-50% perché si possa riconoscere la lesione nelle radiografie).

I tumori che più frequentemente danno metastasi vertebrali sono in ordine di frequenza il carcinoma prostatico, della mammella, del polmone, della tiroide e del rene.

Le metastasi raggiungono il rachide per via ematogena attraverso i plessi venosi paravertebrali ed extradurali o per contiguità.

La localizzazione più frequente è nel rachide dorsale e le localizzazioni possono essere multiple è quindi necessario uno studio di tutto il rachide  nel sospetto di localizzazioni secondarie.

Le metastasi possono interessare qualunque parte della vertebra, ma non colpiscono mai il disco vertebrale. La dura madre rappresenta una barriera efficace alla diffusione per cui la localizzazione endocanalare è epidurale.

La sintomatologia della compressione metastatica è caratterizzata nella maggior parte dei casi da dolore  vertebrale a carattere ingravescente e resistente alla terapia farmacologica ed il dolore è evocabile alla percussione diretta. L’evoluzione clinica porta alla comparsa di deficit motori con associata spasticità.

La sintomatologia può avere carattere rapidamente ingravescente e condurre nel giro di poche ore in un quadro di paraplegia flaccida un livello di ipo-anestesia al di sotto della compressione.
Il trattamento dipende dalle condizioni cliniche per cui in assenza di deficit neurologici , se il tumore è radiosensibile , l’approccio inziale è la radioterapia e la chemioterapia. Solo in caso di deficit neurologici la terapia è chirurgica con un intervento di decompressione e di eventuale stabilizzazione.

I tumori intradurali extramidollari rappresentano oltre l’80%  dei tumori intradurali ed i principali  sono i neurinomi ed i meningiomi.

La sintomatologia è rappresentata dal dolore  radicolare, cordonale o vertebrale ed è caratterizzata da una esacerbazione notturna o prevalente in clinostatismo legato all’allungamento statico della colonna con stiramento delle radici. Deficit motori e sensitivi (parestesie con distribuzione radicolare o cordonale) accompagnano il dolore.

I neurinomi nascono dalle radici dorsali, talvolta con uno sviluppo intra-extradurale (a clessidra) e si localizzano prevalentemente a livello dorsale e lombare (Fig.1).

I meningiomi, a prevalente localizzazione toracica, colpiscono prevalentemente soggetti di sesso femminile e intorno alla 5° decade, sono a lenta crescita e la storia clinica è di alcuni anni (Fig.2)

I tumori intradurali intramidollari sono rari, spesso del giovane adulto, circa la metà sono maligni ed i più frequenti sono i gliomi (ependimomi-astrocitomi).

La clinica è variabile e dipende dalla localizzazione della lesione ed i sintomi più importanti sono  dolore spesso di tipo “cordonale” che si manifesta come dolore vago e profondo, sensazioni urenti, formicolii riferiti agli arti  al di sotto della lesione, deficit motori che compaiono più tardi con paresi spastica se evolve lentamente, flaccida se si instaura rapidamente, disturbi sensitivi caratterizzati da un livello di ipoestesia che indica il livello della lesione disturbi sfinterici e sessuali per interessamento del cono ed epicono ( parte terminale del midollo).

Gli ependimomi rappresentano la maggior parte dei tumori midollari dell’adulto, originano dalle cellule dell’ependima molto frequentemente a livello del cono midollare e del filum terminale.

Gli astrocitomi si localizzano prevalentemente a livello cervico-dorsale, si estendono per alcuni metameri e sono spesso infiltranti per cui non è possibile una rimozione totale.

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Fig.1 TC-Neurinoma dorsale a “clessidra”
a-scansione assiale b- scansione coronale -c scansione sagittale
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Fig.2 -1 - RMN con gadolinio. Meningioma della giunzione cervico-midollare.
a- proiezione sagittale b- proiezione coronale c-proiezione assiale
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Fig.2 -2 : RMN post-operatoria


N.B. Queste informazioni sono di carattere generale e non sostituiscono in ogni modo la diagnosi e le indicazioni al trattamento che devono essere gestite dal medico specialista.